
05 Febbraio 2019
ASUS Vivo AiO V272, il nuovo PC All-in-One dell'azienda taiwanese, arriva ufficialmente sul mercato italiano, nel quale avrà un un prezzo consigliato di 1359 Euro.
Caratterizzato da un design curato, con cornici sottili e un vetro edge-to-edge, l'ASUS Vivo AiO V272 utilizza un display NanoEdge da 27" con risoluzione Full HD (1920x1080), copertura sRGB 100% e angoli di visuale fino a 178°. Il pannello ovviamente è touchscreen (10 punti) e supporta le più comuni gesture di Windows 10.
Passando alla configurazione hardware, ASUS propone una piattaforma Intel Core 8a gen, con possibilità di scegliere tra Core i7-8550U e Core i5-8250U, affiancati a 16GB di memoria RAM DDR4 2400 MHz; il comparto video può contare invece sul chip grafico integrato Intel e su una GPU dedicata, la GeForce MX150 2GB GDDR5.
Altre caratteristiche da segnalare sono poi i due altoparlanti bass-reflex da 6W con tecnologia ASUS SonicMaster, supporto USB 3.1 (gen 1 Type A), HDMI in/out, connettività WiFi AC, e un reparto storage che prevede l'abbinamento di HDD SATA 5400RPM 1TB con SSD da 512GB.
L'ASUS Vivo AiO V272 arriva completo con il kit tastiera/mouse Zen wifi o cablato; la disponibilità effettiva del prodotto è prevista invece da inizio giugno.
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Commenti
Le esperienze insegnano sempre. Sta a noi cogliere le varie sfaccettature.
Può valere la prima volta, già alla seconda hai smesso di imparare.
Le esperienza insegnano solo se non si è recidivi.
Per ora non ci sono era ovvio che mi riferissi all'attuale mercato :)
(MacPro è una workstaion, è un altro discorso)
Cmq a maggior ragione se miglioreranno il macmini conviene quello ad un AIO che di fatto è il discorso che facevo.
ma ti ho già scritto nella seconda parte del mio commento che l'imac non è l'unico modo per avere mac fisso.. tralasciando hackintosh, esistono mac pro e mac mini. Entrambi riceveranno un corposo aggiornamento hardware tra il 2018 e il 2019
Vabbè causa persa
Non è una questione di durata.
Discorso che cmq hai frainteso, visto che mi riferisco al l'obsolescenza del display rispetto all'hw interno.
È che se vuoi MacOS su fisso devi prendere un aio, se vuoi windows su fisso è il peggiore form-factor tra molti fra cui scegliere
:)
non sono d'accordo. I pc windows durano quanto i mac, oltretutto se ci fosse stata una cpu desktop (lga non bga) sarebbe stata sostituibile con qualunque altra cpu, idem per la gpu se fosse stata staccabile, su mac hai meno libertà perchè devi metterci un sottoinsieme dell'hw che puoi mettere (quello compatibile con macos).
E comunque non sono d'accordo anche perchè apple non è commercialmente costretta da niente visto che i mac mini e il mac pro è staccato dal display
rifiuto l'offerta e vado avanti :D
Aaaah...perfetto!
Beh, l'obiettivo sarebbe primario, non ultimo.
D'accordo con ciò che dici. Per questo io e tanti altri ci adoperiamo per un uso corretto dell'italiano e dell'inglese.
Ma non dimenticarti della seconda parte :)
Se la scrittura è il mezzo per farsi comprendere, scrivere ha come obbiettivo ultimo far arrivare un concetto.
Se si arriva a scrivere perfettamente creando però altri ostacoli nel veicolare il messaggio; scrivere bene resta semplice accademia :)
No perché così la presa in giro la scoprono solo quelli che conoscono l'inglese.
Non ho parlato di scrivere o parlare in termini generali.
Ma, ad esempio, da 10 anni a questa parte mi riferisco a determinate componenti chiamandole socket (e leggendole sempre chiamate in questo modo) e mi risulterebbe innaturale chiamarle diversamente. In linea di massima è lo stesso discorso del flash.
Non necessariamente.
Anche ti trovassi di fronte il più cafone degli interlocutori, impareresti qualcosa, ovvero un atteggiamento da evitare.
Si impara sempre.
Certo che no. Ma lì subentra la nostra conoscenza dell'italiano e dell'inglese, che ci permette di scrivere italiano anche parlando di tecnologia, senza sconfinare nel ridicolo (certo che Wi-Fi è normale venga utilizzata come parola, bel esempio davvero).
La prima parte del tuo commento sposa esattamente i miei intenti.
Grazie davvero!
Certi esempi sono calzanti (flash è giusto rimanga tale).
Per quanto riguarda il fatto che devi "pensarci su" quando devi esprimerti in termini italiani...
Io vivo a Chicago, ma non ho nessunissima difficoltà a scrivere in italiano.
Il cervello è una macchina meravigliosa.
boh
Non contesto tutte le parole inglesi. Ma tantissime volte, troppe oserei dire, si usa l'inglese perché fa moda. Tristemente.
No, certo. Se se ne fa un abuso, beh, allora cerco di aiutare a farne un uso più consono al contesto.
Nooo, tu non demonizzi mica l'inglese.
non è puerile, le unità di misura che non hanno nomi propri al loro interno (come i gradi Kelvin) si traducono, da grams a grammo, da litre a litro, da meter a metro ecc.. quindi bit che non è nome proprio può essere tradotto in quel modo
Se poi metti in mezzo il concetto che ormai è di uso comune chiamare bit questa unità di misura, allora per coerenza ti potrei dire che moltissime altre parole sono ormai entrate nel vocabolario comune e tu le contesti sempre
In realtà no: praticamente nessuno si esprime usando esclusivamente una lingua, sia perché questa non è mai immutabile ed ha sempre e comunque influenze da altre lingue, sia perché se si è soliti interfacciarsi con un altra lingua si tenderà facilmente ad usarla.
In quanto informatico sono anni che leggo materiale in inglese, quindi determinati termini mi viene assolutamente naturale usarli in inglese mentre se volessi usare l'italiano dovrei pensare alla traduzione.
Ma questo avviene un po' per tutti. Mediamente è più probabile che si dica scotch invece che nastro adesivo, flash invece di lampo o bagliore (dubito di aver mai sentito dire "Fammi una foto col bagliore!", email invece che posta elettronica e così via. Ma pure l'uso di termini latini è diffusa e, secondo i tuoi criteri, sarebbe una prassi errata.
Capisco cosa vuoi dire è non nego che in parte concordi, ma non tanto per l'uso di termini tecnici ma sugli inglesismi forzati e l'arrogante pregiudizio che spesso ci sia incapacità di formulare frasi in un fluido italiano e si commetta l'errore di usare l'inglese come tampone o alibi.
Ma le obbiezioni che tendi a porre con i tuoi interventi risultano di fatto pedandi e sembrano pretestuose.
Lo dico senza offesa alcuna, credimi. :)
Hmm, dipende.
Un confronto costruttivo presuppone che entrambe le parti siano disposte a considerare di aver torto. Altrimenti non è un reale confronto, ma un continuo confermare le proprie convinzioni.
Inglese e tecnologia ormai Vanno a braccetto basti pensare la parola smartphone o wi-fi. Non mi pare che te la prenda tanto se usano la parola wi-fi e non connessione senza fili
Grazie.
Il confronto ti permette di vedere chi sei realmente. È sempre costruttivo quindi.
Avevi scritto "Ovvio che certi termini chiavi tali".
Mi porti l'esempio specifico per piacere?
Beh, non proprio...
Comunque poi ci si esprime tendenzialmente usandone una.
Io non seguo i consigli, mi piace sbagliare ripetutamente.
Il confronto è bello se costruttivo, altrimenti è poco più di un gioco.
Spesso manco rileggo gli articoli scritti.
In ogni caso il nostro meraviglioso cervello ragiona in tutte le lingue che conosce.
Avevi scritto una castroneria nella prima frase. Adesso è OK (ops)... a posto!
Ma cosa non capisci della frase: "il 50% dei titoli contiene parole inglesi"?
Non ho detto che il 50% delle parole contenute all'interno dei titoli sono inglesi.
Mi sembra una differenza sostanziale. Come comprensione del testo siamo ai livelli delle elementari.
Più precisamente...? Dai, contribuisci. Sarei contentissimo del tuo aiuto. Migliorerebbe tutti i lettori, oppure che me stesso.
Grazie.
Cioè metti insieme le parole inglesi e poi, non importa quante italiane siano presenti, calcoli la percentuale in base al numero di titoli?
Sistema il commento!
E se invece la finalità fosse costruttiva? Fare confronti puerili non aiuta nessuno, oltre ad essere infantile farlo.
Mi piace il confronto.
E mantieni il carattere che hai.
Non piegarti a chi ti "consiglia" (termine usato per sottometterti modello cane) di non dar bada a uno piuttosto che un altro utente.
Si, molto! Strano che tu non te ne renda conto!
Qualche problemino anche con la comprensione del testo scritto vedo.
Io ho detto che una grossa percentuale (effettivamente con 50% avevo minimizzato) dei titoli conteneva parole inglesi (ripeto, parole inglesi). Non ho mai detto che l'intero titolo fosse in inglese.
- data for good
- blockchain e smartphone
- spam
- tech
- teen
- Paywall
Su 10 titoli sono 6. 60% se la matematica non mi inganna!
Ovvio che certi termini rimangono tali.
Cosa serve per capire quali termini usare allora?
Conoscenza. Conoscenza dell'italiano. E dell'inglese.
Infatti certi termini sono correttamente in inglese.
Ma tantissime volte se ne abusa. Non dirmi che frameless è una nomenclatura che descrive la tecnologia.
Quindi consigliare, costruttivamente, in merito all'uso dell'italiano sarebbe infantile?
Si stava parlando di commenti infantili!
Il fatto che sia stato millantato un 50% dei titoli in inglese, dove chiaramente la percentuale è molto più bassa.
Per quale motivo? (Escludo con forza il pensiero che mi porta a concludere che tu l'abbia scritto per il nome -proprio- che mia madre statunitense mi ha dato, in quanto sarebbe davvero da...beh....)
Delucidazioni prego! Visto che sei cosí ansioso di dare il tuo contributo!
Il nostro meraviglioso cervello ragiona in italiano, ed è perfettamente in grado di appropriarsi di un concetto e renderlo fruibile all'utenza della nazione di appartenenza, nella fattispecie l'Italia.
E non credo che gli scrittori di questo sito siano semplici traduttori.